Ne abbiamo già parlato molte volte ed in molti contesti, ma forse un articolo dedicato non c’è e sembra venuto il momento di affrontare l’argomento “True Bypass”, in un articolo a lui solo dedicato. In realtà ciò che leggerete è un articolo di Andy di PGS , tradotto “in soldoni” per coloro non avvezzi all’inglese.
Si va ad incominciare:
“Questo pedale è true bypass?”
Sentiamo farci questa domanda letteralmente 500 volte e più al giorno per ogni singolo pedale che abbiamo recensito e postato in internet.
Ci siamo però resi conto che poche persone sanno davvero ciò che stanno chiedendo e cosa implichi. Non ci sono dubbi sul fatto che il concetto di “true bypass” ha raggiunto livelli da mitologia nel pensiero comune dei chitarristi oggigiorno. Si pensa sia una sorta di “mano santa” che costruirebbe, a dispetto dei pedali bufferizzati, un sound migliore. Andiamo a vedere se è davvero così..
E’ già stato detto molte volte che è solo una deformazione, quella scuola di pensiero che dice che per avere il “suono allo stato puro” , gli effetti debbano essere tutti True Bypass. C’è un fondo di verità nel dire che il segnale, nel True Bypass, non sarà colorato da circuiti extra perchè il suono che arriva dalla chitarra procederà dritto al jack dell’output . Alcuni pedali come l’MXR Phase 90 o alcuni vecchi wha sono noti proprio poer aggiungere un non so che al suono, dato che non sono nè bufferizzati, nè true bypass. Si possono però ottenere significativi miglioramenti con alcune modifiche, di cui molti chitarristi in effetti hanno beneficiato.
Credo che questo ( il “dover” effettuare delle modifiche ) unito ai prezzi economici dei pedali degli anni ’80, sia stato il motivo per cui il true bypass ha inziato a far parlare di sè e si è fissato nell’immaginario collettivo come l’unico modo possibile per avere un buon sound.
Il mito del true bypass però subisce gravi perdite quando si comincia a parlare di true bypass ed integrità di segnale attraverso la lunghezza delle connessioni e dei cavi. Senza entrare in dettagli troppo tecnici su capacità e impedenza, si può dire che comunque, durante il tragitto, il segnale subirà delle modifiche che si riverseranno sul suono facendolo decadere, e questo è proprio il motivo per cui un buffer è spesso posto in ingresso nei pedali.
La soluzione di integrare dei buffer è utilizzata da grandi produttori come Boss, TC Electronic ed Electro Harmonix. Utilizzando un buffer in ingresso ed uno in uscita nei pedali ( si tratta di una serie di componenti come i transistor ) , viene amplificato ( “spremuto” ) tutto il segnale elettrico dei pickup senza perdita di alte frequenze, con un risultato di un ulteriore “botta” di suono.
I buffer possono anche essere usati in stand-alone per permettere al segnale di scorrere in cavi o contesti piuttosto lunghi senza perdita, grazie alla sua alta impedenza. Detto questo, perchè allora tutti quanti non cercano e si attengono al metodo “bufferizzato” ? In breve, la qualità dei componenti del buffer ha un grande impatto sul suono anche quando l’effetto è bypassato (essendo sempre attivo, anche a pedale spento) specie poi se buffer scarso si somma a buffer scarso, in un pedale dopo l’altro tra chitarra ed amplificatore.
Il Guru delle pedalboard Pete Cornish, che non utilizza mai il true bypass per le sue pedalboard, famose in tutto il mondo, può essere considerato un buon esempio di buon utilizzo del buffer. Certamente avete visto i suoi lavori ai piedi di personaggi come David Gilmour, Jimmy Page, Andy Summers e molti altri. Qui il link al suo sito.
Alan Durham, creatore del pedale Sex Drive, dice: “Abbiamo provato con il true bypass, ma non ci è piacuto”. Lui ha lasciato che fosse il suo orecchio a decidere, anzichè lasciarsi trasportare dalla smania del true bypass a tutti i costi .
Come si è visto, il fatto che il pedale non fosse true bypass, non ha comunque spaventato artisti come Charlie Sexton o Eric Johnson che del Sex Drive dice : “è un pedale molto trasparente, che suona ottimamente e non colora assolutamente il suono”.
Ci sono poi produttori di pedali che hanno in listino ottimi effetti che uniscono i “due mondi”.
Malekko ad esempio, nel suo delay analogico, monta uno switch per la selezione della modalità , se true bypass o bufferizzato. Quando faccio dei demo di delay per PGS, quasi sempre utilizzo la modalità bufferizzata perchè sento che fa rivivere la brillantezza del suono della chitarra e crea un contrasto tra il suono cristallino del segnale dry e il calore delle ripetizioni. Inoltre, nel mondo dei delay, se volete che le ripetizioni continuino anche quando avete appena spento il pedale, il buffer è obbligatorio e non esistono alternative, ad oggi ..
Vi gira la testa? Bè, posso assicurarvi che mentre facevo ricerche per questo stesso articolo, a me girava; così , sono tornato alla domanda più importante: Ma a te, piace come suona ?
Idealmente, un pedale bufferizzato tra gli altri è l’ideale per risolvere il problema del decadiemtno del segnale, ma anche se avete tutti i pedali bufferizzati , come Boss ad esempio, non c’è nessun problema!
……
E’ importante comunque sfatare il mito secondo cui il miglior suono esce da pedali che siano tutti true bypass, perchè in realtà questa è una vera limitazione per il segnale e certamente, si riflette proprio sul suono.
Molti pedali di modellazione non sono true bypass e nemmeno molti looper. Tenete presente che la colorazione del suono è proprio l’ingrediente segreto per poter replicare quei suoni a cui la buona vecchia musica ci ha abituato. Mi è anche venuto in mente che nessuno dei miei chitarristi preferiti fosse un fissato del true bypass e non suonasse senza.
Inoltre la tecnologia ha fatto passi da gigante e quindi i nuovi pedali bufferizzati non soffrono certo dei problemi dei pedali del passato . Il mio lavoro mi da modo di provare molti nuovi prodotti ogni giorno, e tutti sembrano suonare davvero bene con pochissimo disturbo e senza perdita di segnale.
Sperimentate togliendo ed inserendo pedali nella vostra catena, è stato così che mi sono accorto di un problema che mi causava il mio vecchio accordatore. Mi sono anche accorto che, nella mia catena ideale, è sufficiente un unico buffer per dare nuova vita all’unione tra il mio fuzz e il mio wha. Anche i cavi di qualità sono sempre una cosa importante per limitare disturbi ed interferenze.
Infine, credete alle vostre orecchie e non cedete all’idea che il true bypass sia l’unica soluzione degna di lode.
Per chi vuole partecipare alla discussione, lasciamo il consueto link al FORUM.
Vu 🙂