Si sa, la ricerca non si ferma mai; o forse, sarebbe meglio dire che la curiosità di noi chitarristi non muore mai. Non ci sottraiamo mai ad un nuovo test di qualche oggettino che sia: chitarre. effetti e in questo caso, amplificatori.

Laney Cub Super 12

L’ho voluto ed ero convinto di aver fatto la scelta giusta, con questo Laney Cub Super 12.

Ma lasciate che vi spieghi l’antefatto … da un po’ di tempo a questa parte, mi è presa la fissazione di avere un suono “intubato”, “inscatolato”, definirlo non è facile ma comunque, simile a quello che produce il mio caro DVMark Jazz 12 (ampli a transistor), ma con in più, quella ‘scintilla’ che le valvole sanno regalare.

Dopo un po’ di ricerche, mi sono imbattuto in questo piccolo amplificatore che. sulla carta sembrava davvero perfetto: piccolo, “scatoloso” e valvolare. Sembrava l’uovo di Colombo, considerando anche che è un ampli economico (circa 400 euro), per essere un amplificatore completamente a valvole.

Il mio esemplare

Ho fatto l’ordine e l’ho aspettato con ansia. Nel frattempo però, mi sono procurato anche un Brunetti Singleman, del quale potete trovare la mini recensione, cliccando qui.

L’ampli che mi è arrivato è nuovo di zecca ed è davvero ben costruito. Le finiture sono esemplari e non si ha la sensazione di un prodotto economico, tutt’altro.

Le dimensioni sono molto contenute : 44 x 39 x 23 cm.

La dotazione di controlli e possibilità è degna di ampli di assai più alta levatura, alcuni dei quali nemmeno si sognano di avere certe possibilità ( come il send/return, tanto per dire o il booster integrato).

I controlli

Da sinistra a destra troviamo il controllo del volume, seguito da riverbero (ovviamente digitale, per un ampli di questo valore), poi controllo degli alti, medi e bassi, guadagno e infine il pulsantino per attivare il booster con conseguente controllo per la quantità di boost da inserire. On/Off le due entrate: 15w e 1w.

Non so bene come descrivere i controlli perché operano in modo “stranamente progressivo” : i controlli di tono, alti, medi e bassi hanno una corsa con una accelerazione iniziale da 0 a 3 piuttosto marcata, da 4 in su, invece, diventano più lenti e più fini.

Il riverbero è gradevole, tra uno spring e una hall, senza infamia e senza gloria.

Il booster funziona bene e può spingere il preamplificatore verso distorsioni anche importanti, specie con il Gain alto, e/o utilizzando l’ingresso a 1w, ovviamente.

Il retro

Il cono è un 12″ marcato HH h1265 for Laney, onestamente non ne so di più.

C’è un’uscita per una eventuale cassa esterna (che forse sarebbe interessante provare, ma non ne ho l’opportunità) . C’è l’ingresso per un eventuale pedale che controlla l’attivazione e la disattivazione del booster e, cosa importante, c’è il loop effetti, dove collegare gli effetti di modulazione.

Una dotazione, tra i controlli e il retro, di tutto rispetto, più ricca di alcuni ampli assai più cari.

Il suono

Arriviamo alla nota dolente: come suona ?

Eh … molto, molto inscatolato. Detto in tutta sincerità, oserei dire “giocattoloso.”

I controlli dei toni non riescono comunque ad eliminare quella sensazione di “scatola di cartone”, che resta sempre presente, a prescindere dalla ricetta con la quale lo si condisce tra alti, medi e bassi. Che la colpa sia del cono ? Forse dello chassis? Non saprei..

Farlo rimanere pulito è praticamente impossibile, bisognerebbe suonare a 1/3 del volume da appartamento, quasi un soffio. Se si vuole salire un minimo, è obbligatorio iniziare al alzare il gain e conseguentemente, il crunch diventa sostanzialmente subito piuttosto marcato.

Può essere un ampli valido per studiare, soprattutto per chi cerca la distorsione, ma dimenticatevi il suono aperto e compatto dei vostri beniamini, il Laney Cub Super 12 sostanzialmente genera un suono da radiolina o poco più.

Non credo di avere il tempo per registrare qualcosa, nel caso, pubblicherò sempre qui.
Passo ai saluti e vi invito, se vi va, a fare due chiacchiere nel forum.