Prendendo spunto da domande che si trovano comunemente in rete, fatte da molti di coloro che si apprestano da poco allo studio della musica e della chitarra, oppure sono già addentrati e vogliono avvicinarsi all’improvvisazione, volevo introdurre l’argomento “ improvvisazione ” ; in quanto spesso non è spiegato in modo semplice ed efficace; inoltre è uno di quegli argomenti davvero amati dai musicisti. Niente è più divertente che far parlare i nostri strumenti, improvvisando .
Le domande che trovo in giro e che mi vengono anche rivolte personalmente in genere sono qualcosa come: Come si improvvisa ? Cosa devo fare ? Quali scale posso coinvolgere ? Quali esercizi posso fare ? Come posso iniziare ad improvvisare ?
Incominciamo subito a definire il termine “improvvisazione”, e cioè : la capacità di creare “ al volo” qualcosa di musicale, qualcosa che non era stato previsto o scritto anticipatamente.
Per fare questo occorrono due requisiti fondamentali :
una buona conoscenza della tastiera ( della chitarra )
una discreta dose di musicalità
Avrete già notato che ho omesso “una buona conoscenza armonica e musicale”; perché?
L’ho volutamente omessa perchè quel tipo di conoscenza ci offre immensi ed inimmaginabili vantaggi, ma non è obbligatoria. Se girate per New Orleans, sentirete degli artisti di strada suonare divinamente, ma se vi avvicinate e gli chiedete quali scale hanno eseguito, non sapranno rispondervi.
Sto dicendo che la conoscenza della teoria musicale non serve? Assolutamente no! Sto solo dicendo che tale conoscenza è per il nostro vantaggio e che il 99,5% dei musicisti ne ha bisogno per improvvisare, ma non è strettamente correlata alle capacità stesse di improvvisazione.
Chi improvvisa in effetti non si mette a tavolino per decidere cosa suonerà, quali scale su quali accordi , ecc.. altrimenti non staremmo più parlando di improvvisazione, ma di esecuzione di un qualcosa. L’improvvisazione invece nasce spontaneamente all’attimo.
Facciamo un esempio per capire meglio :
Se devo imparare una nuova lingua, mettiamo l’inglese, ho due possibilità :
partire senza sapere niente di quella lingua e andarmene in un paese di lingua anglofona ( Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, ecc.. ) per auto-obbligarmi ad imparare. Quando sarò là, sarò obbligato ad imparare, ascoltando e copiando ciò che sento intorno a me.
Studiare prima delle basi di quella lingua che mi aiutino poi quando mi trasferirò per perfezionare la mia dizione, l’accento, la precisione nell’orale e nello scritto.
Se opto per la prima scelta, la mia fatica sarà immensamente maggiore, avrò grandissime difficoltà ad articolare un discorso fatto bene e, a meno che non vada per frasi fatte già sentite, non sarò in grado di articolare una frase nuova ideata nella mia mente. Perché? Perché non ho studiato prima, non so coniugare i verbi, non so fare l’analisi logica né quella grammaticale di quella lingua, non so gestire i sostantivi, gli aggettivi e così via .. Ah !!! se avessi fatto prima un corso !!!
Ci sono persone che hanno uno spiccato talento per le lingue e tutto sommato, anche optando per la prima scelta citata sopra, se la caveranno egregiamente; ma la maggior parte di noi non è così e potremo godere di immensi benefici, scegliendo la seconda opzione ed arrivando a livelli che mai avrebbe potuto raggiungere se avessimo perseguito il sogno della prima.
La stessa cosa vale per la musica. Anche in musica, è per nostro vantaggio scegliere di studiare anziché abbandonarci alla chimera di potercela fare senza alcuna base; però non è possibile affermare che lo studio approfondito sia qualcosa di obbligatorio.
In effetti quello che faremo quando improvviseremo però, è NON pensare alle regole . Allora a che serve conoscere tali regole ? Serve proprio a saper gestire l’improvvisazione.
Esempio : quando parlo, lo faccio fluentemente e senza troppi problemi. I miei pensieri vengono immediatamente convertiti in parole ed io ho la possibilità di dialogare piacevolmente e senza pensarci troppo su, proprio perché ho studiato . Ho studiato come coniugare i verbi, come e dove mettere il soggetto, il complemento, come gestire gli aggettivi e così via. Non penso a questo mentre parlo, ma in effetti il mio cervello lo fa “in background” ( per usare un termine trendy ).
Devo poter fare la stessa cosa con la musica, se voglio essere padrone dell’improvvisazione. Devo poter “parlare” con il mio strumento senza pensarci troppo su, facendo scorrere le idee musicali che mi si formano in mente, in simultanea sulla chitarra. Per farlo, ho bisogno prima di studiare le regole, di poter fare un’analisi logica e grammaticale delle frasi musicali. E’ vero che non ci penserò quando suonerò, ma è anche vero che questa è la base con cui posso iniziare a improvvisare e far parlare il mio strumento. Devo poter essere in grado di capire ciò che sto per fare un attimo prima di farlo, ma tutto questo… in background.
Così, è per nostro vantaggio se ci applichiamo nel tentativo di capire “i verbi, gli aggettivi, i sostantivi, ecc..” musicali perché saremo in grado di avere una gestione completa del linguaggio dell’improvvisazione.
Spero di essere riuscito a chiarire il punto .
Nel caso siate interessati a proseguire il discorso, abbiamo realizzato delle video lezioni che troverete CLICCANDO QUI.
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Vu 🙂