Partiamo dalle cose semplici : per cosa sta quel ’12’?
Sta lì per segnalare che il cono che questo amplificatore a transistor made in Italy monta, misura 12 pollici.
E fin qui, tutto bene. 🙂
IMPRESSIONI D’USO
Scherzi a parte, il nome che la DV Mark ( noto marchio italiano di amplificazione per strumenti musicali ) ha deciso per questo amplificatorino ( poi vedremo il perchè di quel ‘ino’ appena utilizzato ) , la dice tutta sulla natura della resa sonora : è decisamente un ampli pensato e realizzato per il jazz. Dal mio personale punto di vista si può permettere assai poco altro se non di sconfinare leggermente nei generi a questo più vicini, ossia la Fusion e il Blues. Questi ultimi due però, non sono il “territorio ideale” in cui il nostro si possa muovere agilmente, ma solo dei contorni sfumati a cui talvolta si può rivolgere.
Il carattere dell’ampli è davvero forte ed è impossibile snaturarlo, il che è sia un pregio che un difetto, a seconda dal punto di vista.
Già con i controlli a metà , in versione “flat”, il sound è “scatoloso” e jazzarolo.
Eureka, non mi era ancora successo di non dover abbassare gli alti a zero per ottenere una certa nasalità, mentre con questo ampli, è subito lì, probabilmente anche grazie al fatto che ha un unico cono che non offre grande spazialità al suono.
Essendo un ampli jazz-oriented con quale tipo di chitarra si sposerà al meglio ? Che domanda, con una semiacustica !
Ed è proprio così, in effetti. Non solo, più alta è la cassa di risonanza, più questo ampli sembra valorizzarla.
Da parte mia, comunque, vi dirò che anche con la Telecaster si fa ascoltare proprio bene, specie se, come me, siete soliti mettere un equalizzatore a pedale in catena :).
PRO
– personalità MOLTO marcata ( forse è assurdo, ma sotto un certo punto di vista, è anche un bene )
– molto dinamico
– quando si pesta, si “rompe la voce” verso qualcosa di roco in stile valvolare; molto gradevole
– ciccio, tondo, corposo, caldissimo
– possibilità di collegarsi ad una cassa esterna (ho provato con una cassa marshall 4×12 e devo dire che il suono si apre, ma il carattere del piccoletto, è sempre lì )
– ingresso Aux
– uscita cuffie
CONTRO
– personalità MOLTO marcata ( questa cosa, lo rende davvero utile solo applicato a generi jazzistici ( jazz, fusion, et simila )
– non essendo un ampli duttile, difficilmente può essere l’unico ampli da possedere senza affiancargli qualcos’altro che spazi maggiormente tra i generi
– riverbero troppo corto ( almeno per i miei gusti ; avrei preferito più coda )
Vi ricordate che lo avevo definito ‘amplificatorino’ ? L’ho chiamato così perchè in meno di 9 kg ( la schiena ringrazia sentitamente ) e con misure di soli 43.5 di larghezza, 42.5 cm di altezza e 30.5 cm di profondità, sprigiona 50w di potenza che possono essere sufficienti anche dal vivo.
Sample volante… al momento ho fatto solo quello con il suo cono da 12, niente cassa esterna.
1) Ibanez JSM 10
2) Telecaster + equalizzatore
3) Scofield Style (indegno)
4) Stern Style (indegno)
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