Sempre alla ricerca di nuove ed interessanti sonorità, mi sono imbattuto nel Brunetti Singleman, più nello specifico, nella versione a 35w. Questo amplificatore è stato progettato in diverse varianti: versione testata. versione combo 16w e versione combo 35w. In giro per la rete leggo anche di versioni 15w e 50w, ma non le ho mai viste personalmente.
Il mio esemplare
L’esemplare di cui sono entrato in possesso e di cui vi parlerò è il Brunetti Singleman 35w. Quest’ultimo, si differenzia dal fratello a 16w: il finale è un classe AB e monta valvole 6L6WCG, mentre il 16w è un classe A e monta valvole 6V6GT.
Di stampo “fenderoso”, ma più “moderno”, il Brunetti Singleman offre diversi controlli davvero interessanti per poter plasmare il suono a piacimento
I controlli
L’immancabile volume, controllo dei bassi, medi e alti, riverbero. Fin qui, abbastanza canonico, non fosse per il controllo delle medio frequenze che personalmente non do mai per scontato, considerato che alcuni ampli fender, per citare un produttore di riferimento, non ce l’hanno.
A questi però, vanno aggiunti un’interessante serie di switch che agiscono nel preamplificatore e che sono un po’ il punto di forza del Brunetti Singleman, rendendolo davvero molto versatile.
Il primo da sinistra è il canonico “bright”, già presente in Fender anche d’annata e comodo per enfatizzare le frequenze tra 3KHz e 10KHz. A me piace usarlo in maniera un po’ folle, strozzando il controllo degli alti e rendendo così “felpate” le alte frequenze, ma attivando lo switch che va ad accentuare un range più limitato e interessante.
Il secondo switch permette di selezionare tra 3 modalità di equalizzazione tutte “fender inspired”: Smooth, Fat e Tweed. Il primo mood è davvero “jazzoso”, felpato e da night. Il Fat credo dovrebbe essere orientato ai suoni blackface, il Tweed ovviamente, al suono Tweed. Quando lo attivo mi sembra di avere un Bassman ’59, ma moderno.
Proseguendo verso destra troviamo lo switch per boostare le medio frequenze tra gli 1KHz e i 3KHz. Per uno avido come me di medi, è davvero utile. Anche in questo caso, lo uso senza avere il controllo dei medi tutto aperto. Utile anche per avere quel “grattino” in più, quando si va a saturare l’ampli.
Infine, lo switch denominato Powerlimit© da Brunetti, che interviene sulla potenza del finale e offre 3 opportunità: Full (35w), Moderate (circa 1/4 della potenza totale), Quiet (circa 1/16 della potenza totale). Questo è uno switch piuttosto interessante non solo per limitare il volume o regolare la saturazione, ma interviene anche sul suono vero e proprio. Secondo il mio parere, a parità di volume, il massimo delle armoniche e della bellezza del suono valvolare lo si ottiene con la variante Full. Quando si comincia a scendere di potenza, qualcosina nel suono si perde, anche se infinitesimale. Detto ciò, io lo uso Quiet perché il suono si avvicina di più a ciò che voglio da lui: un suono corposo e saturo.
Come unico effetto integrato (anche questo non scontato), il Brunetti Singleman monta il canonico e old fashion style riverbero a molle Accutronics, da sempre apprezzato da moltissimi chitarristi. Nulla da segnalare in proposito, il controllo è versatile, si comporta bene e arricchisce il suono come solo il riverbero può fare.
Il retro
Il cono è un Celestion Vintage 30 da 12″, un altoparlante rock-oriented, secondo l’opinione di chi scrive, ma che si può utilizzare con soddisfazione anche in altri ambiti.
Importante, per il sottoscritto, la presenza della mandata effetti, che sfrutto per le poche modulazioni che ho e che accendo in verità di rado, ma comunque estremamente utile.
Il suono
Va detto che il Brunetti Singleman nasce come ampli clean. Riuscire a farlo crunchare è sostanzialmente possibile solo trattenendolo alla minima potenza e comunque, richiede una certa quantità di volume, non congruo al classico appartamento, ma si può arrivare alla soglia del breakup, una meraviglia!
A mio personalissimo giudizio è un ampli estremamente versatile, che può suonare un po’ di tutto e che dà soddisfazione in tutti i generi: da piattaforma clean per pedali ad ampli blues/rock/pop e anche jazz, una volta switchato su “smooth” . Io lo uso proprio così, improntato verso un suono jazzistico, inscatolato, felpato e medioso.
Ma si può optare anche per tenerlo in soluzione Tweed per il rock blues e il blues oppure in modalità Fat per il classico ed intramontabile suono blackface.
Dopo diversi mesi posso dire che sono entusiasta di questo ampli e che il SIngleman è rimasto eccome, a casa mia! Si è dimostrato l’ampli più bello che abbia mai avuto ed è il perno centrale del mio sound. Non sento neanche più la necessità di pedalame vario. Mi basta la chitarra e l’ampli e sono felice.
Ampli consigliatissimo. Un bijoux.
Per adesso passo ai saluti e vi invito, se vi va, a fare due chiacchiere nel forum.