Blackstone Appliances è il marchio con cui John Blackstone marchia i propri prodotti. Oggi prendiamo in esame il suo inusuale overdrive. Questo pedale promette di essere estremamente sensibile alla dinamica della pennata e di non essere di quegli effetti che “rivestono” la nota di rumore per creare la distorsione, ma di ricrearla e ridisegnarla completamente .
Questo artigiano è prima di tutto un chitarrista, per cui sapeva esattamente cosa stava cercando quando ha iniziato i suoi esperimenti per creare un overdrive in proprio , diverso da quelli che aveva personalmente utilizzato fino ad allora. La scelta della tecnologia Mosfet anziché valvolare è, una vera e propria presa di posizione, sulla base dei gusti del produttore ( e non solo; molti sono coloro che non amano il sound valvolare ) .
Le dimensioni sono “sconcertanti”, nel senso che non si era mai vista una cosa del genere prima d’ora ( almeno non da chi scrive ) . La scatola del pedale è molto piccola (11 x 6 cm) , malgrado ciò il pedale è a due canali, con regolazione sia di volume che di gain separate. Il pedale è equipaggiato con true bypass meccanico ( “quello vero”, come dicono alcuni ).
L’ Overdrive Mosfet di Blackstone utilizza quattro stadi di guadagno, ciascuno dei quali aggiunge una piccola quantità di gain. Questo per emulare al meglio i grandi amplificatori vintage che hanno fatto storia. Questo è infatti il segreto del tanto apprezzato sound che essi producevano: creare la distorsione “passo passo” e non in un’unica sezione.
Il pedale è molto sensibile alla dinamica e questo amplia le possibilità espressive dell’esecutore. Essendo il pedale stato progettato per un lavoro stand-alone e non per boostare il vostro ampli, l’accoppiata migliore che possiate avere è quella con l’amplificatore del quale apprezzate i suoni puliti.
Davvero particolare ( e niente affatto stupida) la scelta di inserire tutti i controlli del pedale all’interno, nascondendo i potenziometri e quindi , non correndo il rischio di prenderci contro ed alterare il sound, specie con i piedi e soprattutto utile quando si suona dal vivo. Basta un plettro comunque, per poterli regolare ”al volo” .
Infine, altrettanto particolare il controllo al centro ( sempre sommerso ed attivabile con un normale plettro ) che vi permette di scegliere tra due modalità: la prima secondo la quale il pedale interagisce con i pickup della chitarra, quindi deve essere il primo effetto in catena subito dopo la chitarra; la seconda invece, che “bufferizza” il pedale in modo che possa essere posto anche dopo altri effetti sistemi wireless e/o pickup attivi.
Insomma , un pedale inusuale in tutto: dall’aspetto alla forma , dall’utilizzo al suono.
Vi lascio il solito video dimostrativo :
Diteci la vostra opinione sul FORUM.
Vu 🙂