Ho acquistato questo bel delay attratto dalle molteplici possibilità e dal fatto che potesse salvare i presets. Ce l’ho soltanto da un giorno, ma ho avuto modo di provarlo per cui vi lascio un po’ di mie impressioni.
Mako D1
Mako D1 by Walrus Audio è un delay digitale che nel momento in cui scrivo vanta sul mercato 2 versioni che attualmente si possono trovare entrambe sia nel mercato del nuovo, che in quello dell’usato. Ho scelto di acquistare la prima versione perché l’ho trovata ad un buon prezzo e non mi colpivano particolarmente le feature assegnate alla nuova variante, per cui nessun rimpianto.
Inutile che vi parli di cosa sia un delay, di come si usa o di come si regola, trovate tutto qui : clicca.
Devo dire che l’estetica è stata davvero curata e il pedale si presenta, oltre che molto solido, anche davvero bello; ma la cosa davvero importante è che offre davvero infinite possibilità, grazie ai tanti controlli precisi e incisivi.
È tutto molto comodo e a portata di mano, certo, non di piede; ecco perché è bello che abbia la possibilità di registrare i preset, perché dal vivo sono facilmente richiamabili e non dovete fare i salti mortali ruotando random dei controlli tra un brano e l’altro.
Per passare da un preset all’altro, è sufficiente premere entrambi gli switch assieme. Ci sono 3 banchi di preset (128 via midi) ognuno con 3 slot per un totale di 9 preset direttamente controllabili dal pedale.
I controlli
La parte superiore del Mako D1 è quella canonica: TIME, REPEATS, MIX; ossia la velocità delle ripetizioni, la quantità delle stesse e il volume dei ribattiti.
La seconda fila di potenziometri è quella interessante: al centro, il controllo PROG permette di scegliere tra diverse tipologie di delay dal freddo e distaccato DIG (DIGITAL) al folle REV (REVERSE). Devo dire che quest’ultimo non mi interessa per cui penso non lo adopererò mai. In ordine antiorario, troviamo l’interessante DUAL (che non penso userò altrettanto mai) che ci offre due delay assieme e che può essere davvero utile per tutti gli amanti di certe sonorità davvero “magiche” alla Andy Timmons. Continuando il giro in antiorario, arriviamo ai 3 che mi interessano di più che sono: VINT (VINTAGE), MOD (MODULATION) e DIG (DIGITAL).
Il VINT sarebbe una emulazione di un delay analogico, che si può anche deviare verso un tape delay, grazie al controllo TWEAK e a ATTACK, che vedremo in seguito. Il MOD aggiunge una modulazione che scalda e valorizza il suono e il DIG invece riporta il delay in versione digitale, molto preciso e puntiglioso, utilissimo per generi dove in delay non è un effetto di colore, ma parte integrante del suono.
Il potenziometro TWEAK, in abbinamento allo switch a 3 posizioni subito sotto, controlla il “colore” delle ripetizioni con la bellezza di 3 controlli: la quantità di modulazione, il tono, e “l’età”, se si desidera dare il classico sapore di echo a nastro. Devo dire che funzionano tutti davvero bene e compartecipano a plasmare il suono in un’infinità di varianti possibili.
Il potenziometro ATTACK è davvero un bel controllo, perché aiuta moltissimo a simulare i suoni analogici e/o tape echo. Se lo si lascia a zero, si ottiene un attacco molto rapido e classico dei campionamenti digitali, mentre salendo si taglia l’attacco delle ripetizioni in stile Bucket Brigade e nastro. Molto, molto utile.
Sotto ci sono poi, oltre lo switch relativo al TWEAK, già visto i due switch A|B|C, che serve a scorrere tra i tre banchi preset e quello per la notazione (un quarto, un ottavo e il sempreverde ottavo puntato (Gilmour e The Edge docet)).
Infine, lo switch BYPASS per attivare il pedale e lo switch TAP, per il tap tempo. Entrambi hanno poi altre funzioni, se premuti assieme, come scorrere e salvare i presets.
Come suona?
Suona davvero bene. I suoni ottenibili sono credibili e le possibilità di modificarli, tante, quasi infinite. È evidente che se si cerca un suono analogico sia meglio rivolgersi ad un delay analogico, ma se si è disponibili a scendere a compromessi, magari a motivo dei preset (come il sottoscritto, che lo ha scelto per quello e perché una buona simulazione di analogico mi accontenta forse addirittura di più di certi brutti analogici) questo delay si rivela davvero fantastico.
Difetti? Al momento non gliene ho trovati.
L’unica cosa che posso dire è che (giustamente o ingiustamente) il salvataggio dei preset non contempla il Tap Tempo, che va regolato ogni volta.
Conclusioni
È solo un giorno che ce l’ho, ma direi di essere piuttosto felice. Questo delay mi dà tutto quello che al momento mi serve e molto di più. Non posso che consigliarlo (non prendo un euro, sia chiaro).
Non ho avuto il tempo di fare dei sample e questa non è certo una recensione esaustiva del pedale, comunque passo ai saluti e vi invito, se vi va, a fare due chiacchiere nel forum.
NB: tutte le immagini sono prese dalla rete