Spesso, nella nostra ricerca per un suond perfetto, noi chitarristi sono così concentrati sulla ricerca della chitarra, amplificatore o pedali che ci dimentichiamo di una delle parti più importanti della catena del segnale: il microfono . Sia che suoniate dal vivo o registriate in studio , il risultato finale dipenderà dal corretto posizionamento del microfono, in modo che sia in grado di tradurre e riportare fedelmente il ” vostro sound ” al pubblico .
In questo articolo ci concentreremo sul “posizionamento corretto” parte di questa equazione e affronteremo alcune tecniche di ripresa microfonica da poter utilizzare per ottenere un grande sound.
Distanza e Profondità
Forse l’ elemento più importante di una buona tecnica microfonica è trovare la distanza ottimale tra microfono e sorgente sonora . Il tuo “muro di suono” crollerà rapidamente senza una chiara comprensione del fenomeno secondo cui la distanza tra amplificazione e microfono, ha un profondo effetto sul risultato finale in termini di resa delle basse frequenze, “chiarezza” e “profondità” del segnale.
Shure SM57 |
I microfoni con diagramma polare cardioide direzionali mostrano un marcato aumento della risposta dei bassi più sono vicini alla sorgente sonora . Il termine tecnico per questo fenomeno è “effetto di prossimità” , e tutti i microfoni direzionali sono soggetti a questo, in misura diversa tra loro. Un buon esempio è lo Shure SM57 , probabilmente il microfono cardioide più utilizzato per cogliere i suoni provenienti da amplificatori per chitarra. Normalmente vedrete questo microfono piazzato estremamente vicino alla griglia dell’amplificatore proprio per massimizzare l’ effetto di prossimità. Questa tecnica funziona bene con l’ SM57 perché completa la risposta in frequenza naturale dell’ SM57 , che presenta una forte taglio sui bassi al di sotto di 150 Hz e un forte aumento di medie e alte frequenze superiori a 3000Hz. La curva di frequenza naturale dello Shure SM57 , con l’aggiunta di basse frequenze date appunto dall’effetto di prossimità , si traduce in un suono di chitarra chiaro e corposo.
Microfoni con risposta in frequenza piatta e bassi più profondi , come ad esempio il Sennheiser MD421 , oppure il Royer R121, spesso hanno bisogno di essere posizionati più lontano dalla cassa per evitare quell’effetto “fangoso” nelle basse frequenze ( una sorta di confusione ed impastamento ) ed anche la distorsione che può derivare da un eccesso di prossimità. Ad esempio, noi quando registriamo, in genere posizioniamo il nostro microfono Royer ( utilizzando la configurazione a figura-8 ) tra i 15 e i 20 centimetri dal cono del nostro Fender Deluxe . Oltre ad ottenere un tono generale più equilibrato, spostando il microfono più indietro dall’amplificatore, otteniamo anche un senso di “spazio” dove il suono può maggiormente “respirare” e di interagire con l’ambiente nel quale è posizionato, prima di raggiungere il diaframma del microfono , rendendo il suono più vivace ed organico, più vicino a quello che sentono le nostre orecchie all’interno di una stanza, infatti queste sono distanti dalla fonte che genera il suono.
In asse o fuori asse ?
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Il modo più comune di utilizzare un microfono per cogliere il suono di un amplificatore per chitarra è di puntare semplicemente il diaframma del microfono in modo perpendicolare verso il centro del cono dell’altoparlante. Spesso questa semplice tecnica può funzionare splendidamente con il giusto microfono e amplificatore, ma può anche generare una sorta di “asprezza” sulle alte frequenze e dare al suono un senso di ingolfamento. Una possibile soluzione a questo problema è proprio qualla di spostare il mic “fuori asse”.
Fuori asse significa che il microfono non è rivolto con il diaframma puntato in perpendicolare direttamente al centro del cono, ma leggermente inclinato. Microfoni direzionali risponderanno in modo diverso in questa condizione, spesso ottenendo un taglio di alte frequenze che può essere molto utile per ammorbidire la risposta degli acuti per un tono generale più caldo . La leggera inclinazione può esaltare anche l’effetto ambiente sopra descritto e può fare miracoli per ravvivare un suono “smunto” .
Una ulteriore variante di posizionamento la otteniamo mantenendo il diaframma del microfono in asse ( cioè perpendicolare al cono ), ma spostandolo appena fuori dal bordo del cono dell’altoparlante. Il risultato finale è simile a un microfono posizionato fuori asse, in quanto attenuerà molto l’eccesso di alte frequenze. Questa tecnica è ad esempio eccezionale quando si vuole “arrotondare” un tono distorto troppo aggressivo e tagliente.
Tecniche multi-microfono
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Se avete il tempo e le risorse , con due (o più ! ) microfoni posizionati su un singolo amplificatore, si possono ottenere davvero maggiore profondità, larghezza e dettagli, cosa impossibile con un solo microfono. L’idea con il multi-microfonamento ( o multi-microfonazione?!) è che mentre un microfono deve catturare il suono diretto dal cono, un secondo catturi il suono dell’ambiente, rimanendo più indietro rispetto al primo e cogliendo il senso di “spazio ambiente”. I due segnali possono essere poi posizionati e miscelati in vari modi nel panorama stereo ( left and right ) in fase di mix per un suono di chitarra molto realistico che imita il modo in cui le vostre orecchie avvertono il suono dell’amplificatore nella stanza .
Noi siamo costantemente impegnati per ottenere suoni sempre più realistici di chitarra che possiamo , nel tentativo di migliorare sempre le qualità delle nostre demo di prodotti. Con questo in mente abbiamo generalmente posto il Royer R121 a circa 15-20 centimetri di distanza dal nostro amplificatore Fender Deluxe come suono principale, ed uno Shure KSM27 diversi metri indietro, di solito in linea proprio dietro il Royer. In genere poi usiamo miscelare in mix il Royer leggermente fuori centro, e il segnale proveniente dallo Shure anch’esso “panpottato” a sinistra o a destra .
Un’altra tecnica multi- microfono utile è quello di posizionare il secondo microfono sul retro della cassa, direttamente in linea con il microfono nella parte anteriore, e poi invertire la fase su uno dei. Il microfono sul retro del diffusore registrerà solo la fascia bassa delle frequenze, a causa della qualità omnidirezionale di queste frequenze. Questa tecnica è perfetta, ad esempio, per aggiungere corpo ad piccolo ampli combo durante una sessione di registrazione.
Quando si utilizza una configurazione multi – microfono è molto importante essere consapevoli dei possibili problemi di cancellazione di fase tra i microfoni. Questo fenomeno si può verificare quando più microfoni registrano la stessa sorgente sonora da luoghi diversi. I sintomi a cui prestare attenzione sono: suoni vuoti o con l’aggiunta di un effetto tipo Phaser, oppure l’assottigliarsi del corpo generale del suono, quando i due segnali microfonici sono combinati nel mix. Se si sospetta una cancellazione di fase, è sufficiente spostare il microfono più distante leggermente e ricontrollare il risultato. Spesso spostare il microfono a pochi centimetri da una parte o dall’altra risolverà la cosa. Si potrebbe anche provare a invertire la fase di un microfono direttamente nel canale del mixer o nel canale del software di registrazione audio .
Concludendo
Speriamo che questo articolo sia stato illuminante per quanto riguarda alcune prtatiche inerenti questo fondamentale, ma spesso trascurato elemento finale nella catena del segnale della vostra chitarra. Abbiamo esposto solo alcuni dei molti modi possibili per microfonare un amplificatore, quindi vi incoraggiamo ad esplorare ulteriormente l’argomento. Come per ogni altra cosa, la padronanza di queste tecniche richiede pratica ed esperienza, che potete fare con i vostri microfoni, amplificatori, e altro materiale. Sperimentate utilizzando il vostro orecchio e gusto per posizionare il microfono in modo da conseguire i risultati desiderati .
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ATTENZIONE, L’ARTICOLO TRATTATO NON E’ FARINA DEL NOSTRO SACCO, MA SOLO UNA TRADUZIONE DI UN ARTICOLO CHE HO TROVATO INTERESSANTE, PUBBLICATO DA PGS. QUI TROVATE L’ARTICOLO ORIGINALE.