SETTIMA PUNTATA: FACCIAMO UN PO DI ORDINE
Il wiring, il box e tutto il resto….
Cari amici, non sono sempre stato ordinato, i miei primi lavori erano cosi:
Il mio primo kit: ts808 by Musikding
Cavi lunghi più del necessario, aggrovigliati in puro “matassa style”, non comportano alcun genere di malfunzionamento, forse una minima perdita del segnale, tutt’al più può essere complicato fare un debug, nella malaugurata ipotesi che si renda necessario. Col tempo e con l’esperienza ho imparato a curare l’ordine dei collegamenti interni. Oggi mi piace pensare che i miei pedali siano belli fuori…..e dentro, o almeno ci provo.
Non esiste un metodo preciso per la realizzazione di cablaggi ordinati ma, come dico sempre, è sufficiente seguire le regole del buon senso!
Quando cablo un effetto utilizzo degli spezzoni di circa 10 cm ma a seconda dai casi per lo star ground, per i componenti collocati in posizioni estreme o dentro box grandi, misuro il percorso del cavo prima di taglialo a misura. Dispongo i fili in modo che seguano a raso le pareti del box evitando incroci ed il groviglio nella zona centrale, se mi rendo conto che sono troppo lunghi li accorcio a misura, lasciando pochissima scorta. Se sono troppo corti li sostituisco…sapete, sono diventato pignolo! Accoppio e twisto (intreccio) i cavi dei potenziometri, di alimentazione, dei led ed eventuali interruttori. Per i cavi da twistare, per pot, led e alimentazione, cerco di utilizzare diversi colori, sarà più facile evitare errori di cablaggio.
Seguendo queste poche regole e con un po di esperienza, ma soprattutto guardando i lavori pubblicati di cui è piena la rete, riuscirete con facilità ad ottenere un risultato ottimale. Ecco all’uopo una foto del cablaggio del Jamblender, in versione quasi definitiva.. Ma ancora c’è da lavorare…
A questo punto vi starete domandando perché ho deciso di cablare il circuito prima verniciare il box. La motivazione è semplice: troppo spesso ho rovinato la delicata verniciatura mentre cercavo di far entrare un effetto dal cablaggio disordinato ed enorme nel piccolo alloggiamento del box. Imparando dai miei errori sono arrivato alla conclusione che realizzando, ottimizzando e smontando l’effetto prima di passare alla fase di verniciatura, riesco ad avere dei risultati più puliti e professionali.
Preparazione del box:
Signori, l’alluminio è una brutta bestia, per cui scordatevi di poterlo verniciare senza un adeguato lavoro di preparazione. In breve tempo, a causa della cattiva aderenza della vernice sul metallo, potreste ritrovarvi con la vostra bella finitura scrostata o piena di crepe. Io carteggio il box con carta vetrata per carrozzieri, grana 400/600, per togliere le tracce di ossido. Una successiva lavata con acqua e sapone toglierà i residui di sporco e la polvere. Dopo aver asciugato perfettamente il box maschero la parte interna con del nastro da carrozziere (quello “di carta”), per evitare che venga verniciato. Le masse dei vari componenti (jack, switch etc) infatti, per una schermatura efficace, devono fare contatto con l’alluminio al fine di creare una sorta di Gabbia di Faraday che limita i disturbi provenienti da fonti esterne; la vernice può impedire o limitare questo contatto. Dopo aver maneggiato il box, uno straccio imbevuto di alcol denaturato aiuta a togliere le tracce grasse della pelle. Prima di passare alla verniciatura vera e propria è necessario preparare una base che consenta alla vernice di aderire perfettamente senza scivolare sul metallo. Nei Brico o nei colorifici si può acquistare un primer specifico per alluminio o stucco spray per carrozzieri.
Tecniche di verniciatura: valgono per il primer e per il colore
La maggior parte degli errori d’uso, frequenti nella verniciatura a spray, possono essere facilmente evitati seguendo alla lettera le indicazioni riportate sull’etichetta dal produttore. Spesso la pigrizia, del quale anche io sono affetto, ci porta ad evitare una lettura anche fugace di quelle scritte, veramente piccole a dire il vero, che ci raccontano qual’è il modo esatto per usare il prodotto. Eppure leggendole possiamo scoprire le incompatibilità con altre vernici, i tempi di asciugatura e sovrapposizione… notizie fondamentali per la riuscita del nostro lavoro!! Come base di appoggio uso una bomboletta di vernice esausta e colloco il box sul tappo che ha la dimensione giusta per entrare nell’incavo. Questo supporto mi permette di ruotare facilmente il box nelle varie fasi di lavorazione senza doverlo toccare..le impronte digitali sono antiestetiche! Inizio a spruzzare il primer (o la vernice) sui lati mantenendo una distanza, tra ugello e superficie, di almeno 20 cm. Le mani, due per faccia, dovranno essere leggere e incrociate. Non bisogna indugiare troppo in un punto se si vogliono evitare antiestetiche colature, ma “sorvolare” spruzzando il lato da trattare con velocità costante, ne troppo veloce..ne troppo lenta. E’ consigliabile iniziare a spruzzare prima di essere sopra il lato interessato e interrompere l’erogazione della vernice/primer quando questo viene oltrepassato…. E’ frequente infatti, soprattutto se il prodotto sta finendo, che vengano erogate gocce di grosse dimensioni quando si preme o si rilascia l’ugello…il diy è pieno di insidie 😀
Dopo aver trattato i lati, con la stessa tecnica, procedo con la parte superiore. Se la prima sessione con il primer non è sufficiente a garantire una copertura uniforme e completa, aspetto alcune ore (la dove non è indicato un tempo di sovrapposizione diverso) prima di procedere con una seconda sessione e cosi via fino a copertura totale dell’area. A posa completata aspetto che il primer asciughi almeno 24 ore, in un posto dove difficilmente il gatto può accedere 😀
Il box trattato con un Primer per alluminio
Un po di colore:
Per la verniciatura a colore valgono più o meno le stesse tecniche illustrate precedentemente per il primer… Cerco di non esagerare e di utilizzare la minor quantità di vernice possibile.. Ultimamente non vado mai oltre le 2 sessioni di verniciatura a colore: un buon prodotto copre a sufficienza la superficie con una singola sessione (2 mani per lato, una dietro l’altra, con spruzzi sempre leggeri e incrociati), con una seconda, il giorno dopo, riesco a coprirla perfettamente. Certo, la tecnica si affina col tempo.
Importante:
Tra le “famiglie” di vernici più diffuse adatte al diy, ci sono le sintetiche e le acriliche. Evitate l’utilizzo di prodotti di “famiglie” diverse nello stesso lavoro perché si “innesca” una sorta di reazione che darà seguito a crepe vistose e poco estetiche, sulla superficie, che iniziano a manifestarsi anche a distanza di diverse settimane. Lo dico per esperienza, purtroppo!
Per il Jamblender ho deciso di realizzare una sorta di serigrafia, con le scritte bianche e la grafica colorata, come da progetto grafico riportato nelle altre puntate.
Posso ottenere questo effetto in due modi:
1) usando della carta decal ad acqua di colore bianco:
2) verniciando di bianco la parte superiore del box e incollando sopra la stampa realizzata su decal trasparente.
Ho deciso di applicare la vernice pur avendo la decal bianca perché è cosi sottile che il bianco lascia trasparire il colore in sottofondo… Per eseguire questa “tecnica mista”, è necessario mascherare il box nelle parti laterali e in una piccola porzione perimetrica della faccia superiore. Uso il solito nastro da carrozziere che, a lavoro finito, si stacca facilmente senza portare via la vernice precedentemente posata. Anche per la posa del bianco uso la stessa tecnica già illustrata sopra fino ad ottenere una copertura omogenea. Anche in questo caso, lascio asciugare per almeno 24 ore.
Pronto per l’applicazione della decal
Abbiamo quasi finito. La prossima sarà la puntata finale: applicheremo la decal, il trasparente e rimonteremo il Jamblender…per adesso vi saluto con il consueto BUON DIY, a tutti!
Marcello per Jamble
LINK AL FORUM dove scaricare l’allegato in PDF n.7 !!
Tutte le Puntate:
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Puntata 8
Marcello per Jamble